Foraging, cos’è? La grande moda che arriva dai paesi del Nord è però da secoli un’abitudine di casa nostra è cioè l’andar per erbe, quando i nostri vecchi cercavano nei prati e nei boschi le aggiunte necessarie al loro magro bilancio famigliare: funghi, castagne, frutti di bosco ed erbe spontanee arricchivano le loro semplici cene trasformate in minestre, insalate, contorni. Se hai mai desiderato imparare a cercare il cibo spontaneo ma non sai come fare, questa breve guida fa per te.
Se poi stai scegliendo la via della sostenibilità e di una miglior conoscenza del tuo territorio, ancora questa breve guida fa per te.
Foraging, cosa puoi raccogliere in natura?
I tipi di alimenti che possono essere cercati in natura sono quasi infiniti.
Alcuni frutti nascono spontanei e selvaggi, basta pensare a castagne e noci.
Anche bacche ed erbe, secondo la stagione, sono facili da trovare ma, come per la ricerca dei funghi, bisogna avere delle competenze o potersi rivolgere a persone competenti. Come per i funghi, infatti, anche se non così velenose, ci sono bacche e vegetali che possono essere dannosi. Prima di tutto, quindi, acquista un buon manuale sulle erbe e le bacche spontanee della tua zona e studialo bene, magari camminando nei prati per confrontare le foto con la realtà.
Ricorda anche che un conto è raccogliere insalate selvatiche, un altro cortecce, radici o piante per farne decotti o infusioni: la fitoterapia è una scienza che non si può improvvisare
Esistono alcune pratiche app di identificazione delle piante da scaricare sul telefono ma non fare comunque scorpacciate di ciò che non conosci bene.
All’inizio sarà quindi bene limitare il numero delle qualità da raccogliere.
L’attrezzatura per il foraging
Una borsa o un cestino dove riporre i tuoi reperti. Anche una borsa di tela a tracolla può essere molto utile.
Forbici che puoi usare per tagliare le teste dei fiori di campo
Guanti, se intendi cacciare in mezzo alle spine.
Indossa sempre un abbigliamento adeguato, pantaloncini e sandali non lo sono. Anche se è raro incontrarle, le vipere sono una realtà e bisogna quindi proteggere piedi e caviglie e non infilare le mani ovunque.
Il tuo cellulare con l’app di identificazione, e non dimenticare di scattare molte foto di erbe e bacche, dei loro particolari e dei terreni dove le hai trovate.
Cosa raccogliere, le basi
Trifoglio bianco (Trifolium repens)
Completamente commestibile tranne la radice. Anche i baccelli dei semi sono commestibili. Le foglie possono essere essiccate e utilizzate nei tè o aggiunte a molte preparazioni poiché hanno un leggero sapore di vaniglia. Mangiare le foglie crude in insalata.
Tarassaco (Taraxacum)
Uno dei fiori più comuni: le testoline sono buonissime pastellate e fritte. Le foglie possono essere cotte o consumate crude in un’insalata mista di verdure e sono deliziose abbinate a uova sode e condite con un pizzico di salsa tonnata nel condimento classico.
Foraging, andar per erbe. Il tarassaco
Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia)
Sì, l’ambrosia è commestibile. I semi sono incredibilmente ricchi di proteine (47%) ed è buona quanto mais, grano o soia.
Verbasco (Verbasco)
Questa è un’erba comune in tutti i prati italiani. Sia le foglie sia i fiori sono commestibili. Le foglie hanno una leggera peluria che può infastidire le persone allergiche ma, con i fiori, sono deliziose in insalata.
Achillea (Achillea millefolium)
L’achillea si riconosce dall’odore simile alla liquirizia, e ha un sapore delicato e dolce, che ricorda il dragoncello. Occhio perché potrebbe essere confusa con la cicuta. Guardate bene le foto per capire le differenze.
Acetosella (Oxalis acetosella)
Ne esistono due varietà, una con fiori bianchi e una con fiori gialli. Sono commestibili le foglie, sa consumare in insalata. D ricordare che con l’acetosella si prepara una deliziosa bevanda dissetante.
Borragine (Borago officinalis)
Riconoscibilissima per le grandi foglie leggermente pelosa e i fiori azzurri. Si consumano le foglie, cotte, per preparare deliziose frittate
Pronti a riscoprire le tradizioni dei nostri vecchi?